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Carburante pulito: un fungo potrebbe essere la soluzione

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Montana il 08-11-2008 | da redazione | Letta 2725 volte
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Scientificamente è conosciuto come Gliocladium Roseum, si tratta di un fungo che potrebbe rivoluzionare il settore dei carburanti in ottica decisamente "bio": lo hanno scoperto scienziati della Montana State University, e molti ritengono che, se i ricercatori riusciranno a sfruttarne il potenziale, come ipotizzato in un articolo pubblicato sulla rivista Microbiology, sarà la soluzione all'esaurirsi dei carburanti fossili e alle difficoltà di produzione delle alternative attuali, come l'etanolo e l'idrogeno.

 

Il fungo cresce all'interno dell'olmo, nella foresta pluviale della Patagonia, ed è costituito da una serie di idrocarburi e di sostanze da essi derivate, per i quali è stato proposto il nome di "mico-diesel". "Quando i vegetali sono utilizzati per produrre biocombustbili devono essere elaborati prima che possano essere convertiti in composti utili per il metabolismo dei microbi, G. Roseum invece può produrre mico-diesel direttamente dalla cellulosa, il principale composto che si trova nelle fibre vegetali: ciò, evidentemente, potrebbe evitare uno stadio di lavorazione" spiega Gary Strobel, tra gli autori della scoperta. Gli enzimi presenti in questo vegetale  consentono alla cellulosa di degradarsi in veri e propri vapori "diesel" e partire dalla cellulosa per ricavare gasolio pulito consentirebbe anche di abbattere i costi di produzione dei carburanti non inquinanti.

 

Ciò non comporterebbe, peraltro, un rischio per il patrimonio boschivo e forestale: la cellulosa è estremamente diffusa in natura, costituisce una componente fondamentale di tutti i materiali di scarto provenienti della lavorazione del legno, dal foraggio animale, dalle sterpaglie ecc. Basterebbe quindi utilizzare i tantissimi scarti, diffusi ovunque e di scarsissimo valore commerciale.

 

Dalla scoperta alla produzione industriale di biodiesel c'è ancora un abisso, ma ci sono tutte le premesse per immaginare un futuro roseo per l'utilizzo del G. Roseum come alternativa ai carburanti fossili.

 

Secondo Strobel, poi, questa scoperta potrebbe portare a rivedere alcune teorie sulla formazione del petrolio greggio, a partire dalla sua origine fossile: "Potrebbe darsi che organismi come questo producano una parte - magari non tutto - del petrolio greggio del mondo".

 

(buonaidea)

 

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