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Sviluppo sostenibile: la Svizzera progetta una "società da 2000 watt"

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Zurigo il 07-06-2008 | da redazione | Letta 2906 volte
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A person needs 17,500 kilowatt-hours a year on global average. This corresponds to a continuous requirement of 2000 watts. In Switzerland the figure is two and a half times higher,i.e. 6000 watts per person. People in some Asian and African countries only need fractions of that on average”. The vision of a 2000-watt society enables a balance between industrialized and developing countries and thus makes it possible for all people to enjoy a good standard of living”.

Dal sito di Novatlantis

 

I numerosi allarmi, autorevoli e circostanziati, sul Climate Change ci impongono di modificare velocemente l’attuale modello di sviluppo. Sostenibilità è la parola d’ordine: ovvero includere più persone e dissipare meno l’ambiente che ci ospita. Chi oggi intende parlare di vero progresso, deve confrontarsi ineludibilmente con questa sfida.

 

In tal senso l’OCSE ha varato da tempo il progetto “Measuring the progress of societies”, che individua come uno degli indicatori più importanti quello del flusso d’energia primaria commerciale per persona.

 

Lo stesso indicatore preso in considerazione dal Politecnico federale di Zurigo (ETH), che nel 2000 ha messo a punto un progetto che mira a ridurre il flusso di energia primaria commerciale ad un terzo nel giro di cinquant’anni. Non solo un’idea: ad oggi decine d’istituzioni federali, e lo stesso governo svizzero nella sua “Strategia sviluppo sostenibile 2002”, lo hanno fatto proprio e lo stanno mettendo in pratica.

 

La visione di una “Società da 2000 watt” parte dalla constatazione che ogni cittadino svizzero usa in media 17000 kWh all’anno, che equivalgono a un flusso continuo di 6000 watt. L’obiettivo è ridurlo a 2000 watt, che corrisponde al livello mondiale attuale. Certo, si tratta di una media, e come tutte le medie non rende giustizia delle grandi disparità tra i due “poli” presi in considerazione: si va dai 500 Watt del Bangladesh ai 12.000 degli Stati Uniti. E’ evidente che c’è un enorme squilibrio tra i Paesi più evoluti tecnologicamente, che consumano troppo, e quelli in via di sviluppo, che hanno bisogno di impiegare più energia per affacciarsi alla soglia del benessere.

 

Il progetto Novatlantis va in questa direzione: decrescere un po’ per poter crescere tutti insieme. E’ un modello ideale per i valori egalitari che porta con sé, ma è pure un paradigma concreto di come sia davvero possibile salvare il pianeta dalla morsa dei cambiamenti climatici legati all’inquinamento.

 

Se in Svizzera lo fanno, vuol dire che si può…

 

(buonaidea)

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